I tecnocrati contro il governo Letta Sarà perché i tecnici soffrono di solitudine in questo revival della politica, ma i bocconiani che avevano preso in mano l’Italia dopo il collasso del novembre 2011 sono insoddisfatti del governo Letta-Alfano. Domenica, sul Corriere della Sera, la coppia Alesina&Giavazzi ha accusato Enrico Letta di essere “democristiano” invitandolo ad “avere coraggio”. Si temporeggia, si va avanti a piccoli passi e non si fanno le cose più urgenti, non parliamo delle più coraggiose. E’ vero che siamo in èra di post austerità, ma allora bisognerebbe entrare in quella delle riforme. Invece né l’una né le altre. Stefano Cingolani 11 OTT 2013
L’inutile piagnisteo al telefono Se ne sentono davvero di tutti i colori ora che viene ammainato il tricolore sulla matrigna di tutte le privatizzazioni. Da destra e da sinistra si levano alti lai sulla italianità perduta, con tanto di Spoon River: non solo Telecom, ma Alitalia, Parmalat, Lucchini, Gucci, Loro Piana, Bulgari, eccetera… “Un paese in saldo”, secondo Repubblica. C’è poi la polemica sul capitalismo senza capitali, cominciata con Francesco Saverio Nitti negli anni 30 e proseguita dai suoi eredi. Arriva l’accusa al governo che tace e acconsente. Con seguito di ricette alternative. Alcune senza dubbio fondate. Brambilla Hola Telecom, ¿qué pasa? - L'editoriale Lacrimucce per Telecom, bastonate alla Fiat, soldi pubblici per tutti Stefano Cingolani 25 SET 2013
I finanzieri di Brecht Shen Te era una ragazza che voleva fare del bene nel miserrimo Sezuan e tutti s’approfittavano di lei. Così, per salvare il suo negozietto decise di trasformarsi in Shui Ta, il cugino che seguiva la legge bronzea degli affari e interpretava la parte dell’orco. Giovanni Bazoli, uomo di sofisticata cultura e amante del teatro, deve aver visto la pièce di Bertolt Brecht messa in scena al Piccolo Teatro da Giorgio Strehler, prima di scegliersi il cugino cattivo e mettere gli occhi su Romain Zaleski. Che poi così cattivo non è perché nessun ritratto schematico s’addice al finanziere francese di origine polacca. Stefano Cingolani 16 SET 2013
Allarme concorrenza Se torna il monopolio pubblico sui treni, che flop per il capitalismo Su Italo s’è accesa una luce rossa. Il monopolista pubblico (le Ferrovie dello stato) ha usato tutta la sua potenza di fuoco per bloccare lo sfidante privato. Del resto, controlla la rete e le grandi stazioni, quindi è in grado di stringere la tenaglia. Prima ne ha fatto le spese un piccolo operatore locale, il piemontese Giuseppe Arena. Adesso, sotto tiro è un avversario ben più agguerrito, anche perché porta in grembo la compagnia ferroviaria francese che fattura 33 miliardi di euro contro gli 8 e poco più delle Fs. La concorrenza non s’addice all’Italia, tanto meno nei treni. Stefano Cingolani 14 SET 2013
Da Cuccia al nulla Così nell’Italia della crisi è sparito il banchiere di sistema L’incertezza e l’instabilità gettano un’ombra sulla ripresa italiana, ha detto Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia. “Le scelte sbagliate valgono un miliardo e mezzo in più nel costo dei tassi di interesse”, ha ribadito ieri il presidente del Consiglio, Enrico Letta, riferendosi ai “costi” dell’instabilità politica. Incertezza e instabilità della congiuntura economica (persino i dati non sono sicuri) e soprattutto del quadro politico. Entrambe sono aggravate dalla sensazione che tutto cammini sulle sabbie mobili. Per la prima volta in molto tempo, il sistema non ha un centro attorno al quale fare e disfare la trama. Stefano Cingolani 12 SET 2013
L’assedio di San Pietroburgo Fra renitenti allo strike e Fed in ritirata, Obama osservato speciale al G20 Gli Stati Uniti si presentano oggi al G20 di San Pietroburgo, in Russia, in una posizione singolare. Da una parte tutti chiedono loro, sia in politica economica sia in politica estera e di sicurezza, di non sottrarsi alle proprie responsabilità internazionali, esercitando un ruolo se non più guida, quanto meno adeguato alla stazza di prima potenza mondiale. Dall’altra nessuno vuole seguirli. Questa aporia è evidente per la Siria. Ieri Barack Obama da Stoccolma ha rivolto un nuovo accorato appello “al mondo” affinché agisca. Il via libera dell’Onu non deve diventare una scusa per non fare niente, ha rimarcato: “Non sono io che ho tracciato una linea rossa, è la comunità internazionale”. Quella stessa che adesso ritira la mano. Stefano Cingolani 05 SET 2013
Tutta un’isola pedonale Un Gran Tedesco come Johann Wolfgang Goethe, in viaggio lungo questa Italia consumata dalla lunga recessione, come troverebbe “il paese dove fioriscono i limoni”? In mezzo a quali rovine si farebbe ritrarre, invece dei templi e delle urne coperte di mirto e alloro? Ebbene, immaginiamo il poeta che lascia oggi Weimar da lui stesso amministrata e rinata a miglior vita dopo la fine del comunismo, gremita di ingegneri e architetti sfornati dalla Bauhaus Universität; scende lungo l’Autobahn gremita di Volkswagen, Audi, Mercedes e Bmw; attraversa le Alpi dove si parla tedesco fino a Rovereto e, giunto alla pianura sorvegliata dalla opulenta Verona, scopre che una leva di menti creative ha preso il comando per trasformare comuni, città, regioni, dalla provincia del nord ai borghi del centro, dalle metropoli del sud fino alla capitale. Stefano Cingolani 02 SET 2013
I troppi luoghi comuni nell’analisi dell’economia mondiale Il circo mediatico-finanziario si arricchisce di nuove lamentazioni. Consumato, per fortuna con il minimo dei danni, l’annuncio apocalittico, si insinua adesso il dubbio sulla ripresa. Ammesso che ci sia, dicono, si tratta di una ripresa con meno posti di lavoro. E a peggiorare la situazione, arriva anche la frenata dei Brics. Che fine faranno i capitali in fuga dal Brasile, dalla Russia, dall’India, dalla Cina e dal Sudafrica? Per non parlare dell’euro sballottato tra l’instabilità politica italiana, il nuovo salvataggio greco e le elezioni tedesche. Insomma, ricomincia il mesto borbottio che agita temi e argomenti del passato. Prendiamo la “jobless recovery”. Stefano Cingolani 27 AGO 2013
L’affanno dei Moratti La squadra di calcio in mano a un magnate indonesiano, la compagnia petrolifera insidiata dal Cremlino, i fratelli Gian Marco e Massimo che chiudono la cassaforte e si separano: a ciascuno il suo. Tutto sembra sossopra in casa Moratti. La famiglia più influente e trasversale della borghesia milanese nel secondo Dopoguerra, è in difficoltà e sembra avviata lungo una parabola che rimanda a tante altre storie eccellenti del capitalismo italiano. Milano non è Torino, monarchica in ogni sua fibra; i Moratti non sono gli Agnelli e l’élite lombarda è sempre stata policentrica, meritocratica, multinazionale persino. Leggi Notturno Nerazzurro di Maurizio Crippa Stefano Cingolani 19 AGO 2013
“Whatever it takes” Segnali di ripresina, ma intanto “scricchiola” la fede nella moneta unica L’indice Ifo che registra la fiducia delle imprese tedesche sale a luglio per il terzo mese consecutivo e Angela Merkel tira un sospiro di sollievo: buon auspicio per le elezioni di settembre. Ma qualche spiraglio di luce si vede persino dal pozzo spagnolo, perché l’occupazione migliora, anche se per ragioni occasionali. In Italia sia il governo sia la Banca centrale sostengono che in autunno gli indici cominceranno a muoversi verso l’alto. Il premier inglese David Cameron giura che la svolta è già cominciata. Certo, non tutto fila liscio. Stefano Cingolani 26 LUG 2013